Decrescita felice

Decrescita Felice SN

Chi crede che una crescita esponenziale possa continuare all’infinito in un mondo finito è un folle, oppure un economista (Kenneth Boulding)
Riparto con questa frase, mentre ascolto “Il cerchio della vita”, celebre OST de “Il Re Leone”. Una folgorazione.


Mancavo da qualche tempo, è vero. A livello macro-politico nel frattempo ci sono stati grossi sconvolgimenti: in primis in quello che noi chiamiamo Medio Oriente. E poi, di recente, troppo, lo tsunami che ha stravolto il Giappone. Ultima della lista: la guerra in Libia. Non potevo certo esimermi o ignorare quanto sta succedendo, contrariamente a quanto verrebbe spontaneo su un blog così. 
Purtroppo, nonostante si parli molto di attualità, noi “occidentali” continuiamo a sentirci come fossimo un’entità a parte, quasi che il vecchio continente ci preservi, per storia e conformazione geografica, dai guai che il resto del mondo è chiamato quotidianamente ad affrontare.

C’è chi pavidamente continua a negare che si faccia parte di un unicum e cede solo quando le conseguenze delle nefandezze dell’occidente gli piovono addosso. Come? Chiamandosi fuori proprio da quegli stessi meccanismi che invece ci dimostrano che siamo tutti parte di una stessa Terra. 
Ci si comporta come se i problemi fossero altro da noi: ci autoconvinciamo, ad esempio, che “l’innalzamento del prezzo del gregio è dovuto alla crisi araba”, oppure ci chiediamo se non “dobbiamo stare attenti ai cibi provenienti dal Giappone da oggi in poi” o ancora “come faremo a sopportare tutti quei profughi”. 
Ci ostiniamo a non sentire come parte di noi quelle realtà, quando invece non capiamo che proprio quelle persone, quelle famiglie, concorrono agli equilibri del pianeta, geopolitici, economici, sociali, tanto quanto noi e non solo accidentalmente quando noi guardiamo il telegiornale.

Le crisi sprecate. Queste, tanto le rivoluzioni, finanche le guerre, così come i fenomeni naturali, non sono crisi momentanee. Sono dati strutturali. Il terremoto non è una catastrofe imprevista, è un pericolo dal quale bisogna difendersi per tempo. Qui in Europa questo non succede. Anzi! Oltre agli accadimenti che ci coinvolgono indirettamente, poniamo anche le premesse perché gli eventi nefasti si verifichino per mano nostra! 
A poco è servita la crisi dei mutui negli Stati Uniti: abbiamo perso l’occasione per prendere le distanze da un sistema desueto, ferito e sconfitto come quello capistalista-speculativo attuale. E a poco servirà il rischio di fusione nucleare in Giappone. Neanche così riusciremo a capire che il nucleare non è la soluzione, che il cammino dell’innovazione e della modernità procede per un’altra direzione. 
Ma forse non è nell’interesse di nessuno che le persone capiscano. Meglio se ignoranti, così che i fatti diventino strumenti per l’arricchimento di pochi, a discapito di molti. E così si fa la guerra, si inaugurano centrali nucleari, si smette di investire nel fotovoltaico. Questa è l’Italia. Noi non impariamo dal nostro passato.

Ebbene sì, questa mia aveva proprio l’intento di essere un’invettiva, uno sfogo, una messa in guardia. Però mi sono ripromessa di non lasciare i miei post senza un messaggio, uno spunto, oppure un suggerimento per fare di più. Eccolo.

Decrescita felice, si può. Ho scoperto di recente, l’esistenza di un social network ispirato ai dettami della decrescita felice di Latouche, Decrescita Felice Social Network. L’intento di divenire un social netwok, tecnicamente inteso, è ben lontano dall’essere raggiunto, ma comunque nobile. DFSN è uno spazio molto prezioso, un aggregatore di notizie, è un valorizzatore di contenuti. Chi si iscrive, potrà ricevere articoli selezionati sulla descrescita felice, come accadeva per le vecchie mailing list, con in più la possibilità di pubblicare propri articoli o collaborare con la redazione nella selezione dei contenuti. 
Il portale è molto acerbo, ancora embrionale nella sua realizzazone, ma  ha una particolarità: non ha alcun scopo di lucro, nessun intento commerciale, nessun articolo in vendita. Parte dalle persone per le persone, diffondendo con passione, libri e cultura la visione di un mondo in cui è meglio fare un passo indietro, tutti, per poter continuare ad andare avanti con coscienza e sostenibilità.
Beh, forse poco per un blog che si occupa di innovazione. Ma ce n’è bisogno, ci permetteremmo di aggiungere. Bisogna ripartire dalla sostanza e dall’onestà per andare avanti. Che ne pensate?


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