In questi giorni di maggio, fino a domenica, è in corso la nona edizione della manifestazione che quest’anno ha scelto come titolo “Lavoriamo il futuro. Lavoro, sostenibilità ed equità”: Terra Futura è l’evento promosso da Fondazione culturale Responsabilità etica per il sistema di Banca Etica, Regione Toscana e Adescoop-Agenzia dell’economia sociale con Acli, Arci, Caritas Italiana, Cisl, Fiera della Utopie Concrete.
Temi della manifestazione di Firenze, sono il risparmio consapevole, la lotta alla speculazione e la tassazione delle transazioni finanziarie, ma soprattutto il rilancio del lavoro e del welfare attraverso la tutela dell’ambiente e la promozione dei principi di legalità. Come ha giustamente sottolineato Massimo Mantellini, questo maggio ospita molte manifestazioni importanti.
Gli eventi organizzati attorno all’economia immateriale si stanno moltiplicando. Il segnale è buono, perché ormai, almeno una volta al mese, opinion leader di settore, aziende e influencer della Rete si uniscono per diffondere la forza dell’imprenditorialità che sfrutta le potenzialità che offre il Web. Oggi però a Terra Futura, il segnale è ancora diverso. Non si discute solo di lavoro e precariato, ma si propongono le soluzioni, passando e sfruttando le potenzialità della libera circolazione delle idee in Rete e promuovendo il principio della sostenibilità ambientale e dell’uso consapevole del denaro.
L’evento che vorrei valorizzare è legato alla promozione della cosiddetta economia green. Giuseppe Lanzi, presidente di Assoscai, ha moderato un panel di relatori (qui maggiori dettagli) denominato Green Economy e Green Jobs: una opportunità per l’Italia (evento all’interno di Words World Web #wowowe) per illustrare la crescita del settore e dimostrare perché è un’opportunità anche per tutto il resto del paese, in cronico ritardo rispetto ad altri paesi nel mondo che invece già da tempo hanno cominciato a traghettare investimenti sull’ambiente.
I “lavori verdi” sono tutti quei lavori che, nel settore agricolo, manifatturiero, della ricerca e sviluppo, amministrativo e delle attività di servizio, contribuiscono a rafforzare la sostenibilità ambientale. Come sottolinea l’articolo “Green Jobs: Grande opportunità per la crescita o slogan politico?” (Giuffré), “secondo i sostenitori della “svolta verde” questa potrebbe rappresentare una risposta concreta contro l’esaurimento delle risorse naturali e la crisi dell’occupazione, che ha già fatto volatilizzare -quest’ultima- 40 milioni di posti di lavoro a livello mondiale.” (dati relativi al 2010. Secondo l’ILO, nel 2012 superano quota 200 milioni).
Tra i relatori, molto stimolanti gli interventi di Andrea Vivaldi (Sotral) e Gianluca Donato (ABB) che hanno dimostrato come sia possibile attraverso la promozione della sostenibilità ambientale aumentare i profitti e avere ricadute positive sulla società. “Siamo in grado i misurare l’impatto ambientale dei pasti che consegniamo” sottolinea Ivaldi e “dal 2002 ad oggi siamo passati da 2 milioni di fatturato a 6 mln”.
Gianluca Donato ci racconta invece di come grazie alla promozione della sostenibilità ambientale abbiano “assunto 700 persone in pochi anni, di cui 400 sotto i 40 anni”. Una conferma del fatto che l’attenzione per il green sia un’importante leva del cambiamento, arriva anche da Margherita Caggiano (Novamont) che ci racconta di come in 5 anni abbiano aggiunto 100 persone in organico: “Novamont investe per scelta solo in Italia, ma nonostante questo esporta tantissimo all’estero”.
Perché non resti un grande punto interrogativo, ma continui a crescere come è auspicabile pensare, il settore dei green jobs ha bisogno di legarsi a filo diretto con i settori individuati come portatori di innovazione e cominciare a parlare di start-up, per invogliare quanti non siano informati sull’argomento che non solo si può essere produttivi, ma che è possibile anche farlo in modo etico, anche e soprattutto per il tramite del Web.
Chiudo con le parole di Ugo Biggeri. presidente di Banca Etica: “chi ha delle idee buone, si trova di fronte alla difficoltà di essere messi in competizione ad altre aziende che investono su strumenti finanziari sregolati”.
Business sociale e green jobs fanno rima con trasparenza e rispetto per l’ambiente, dunque. E a giudicare dalle esperienze di questi imprenditori, anche con profitto.